Il paese di Rapino

Il paese di Rapino, centro di antiche origini, sorge sulle colline teatine, ai piedi della montagna della Maiella.
rapino

Noto per i numerosi ritrovamenti risalenti al Paleolitico, il territorio circostante il centro abitato ha ridato alla luce antichi reperti archeologici, come la statuetta della "Dea di Rapino" e il "Bronzo di Rapino", una tavoletta con incisioni in dialetto marrucino.

In epoca medievale, Rapino rimase sotto il controllo del monastero di San Salvatore a Majella, eretto attorno al 700 dai frati benedettini, per molti secoli.

Nel 1860 fu annessa al Regno d'Italia.

Gli ultimi secoli de storia del luogo sono costellati da storie di brigantaggio e di guerra, vissute dal popolo montano con sacrificio e volontà di cambiamento.

Nel 1975 il paese di Rapino è stato insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per la sua particolare attività durante la seconda guerra mondiale e per il suo contributo alla causa della liberazione.

Luoghi di interesse

Il paese di Rapino, storicamente immerso nel culto religioso, è particolarmente ricco di chiese.

Ricordiamo la chiesa dedicata a S. Lorenzo, patrono di Rapino, la chiesa di S. Giovanni, il santuario della Madonna di Carpineto, la chiesa di S. Rocco, la chiesa della Madonna della Libera, la chiesa di S. Rita affrescata da Tommaso Cascella, la chiesa di S. Antonio ora restaurata e diventata teatro.

Nel mese di Maggio ha luogo la festa della Madonna del Carpineto, in ricordo di un miracolo avvenuto nel 1794 a seguito di un periodo di enorme siccità.

rapino chiesa

Tradizioni

prediletta ceramiche

La ceramica

Fedele Cappelletti, considerato il maggior pittore di maioliche del meridione, operò nel paese di Rapino che vide il pregevole operato di altre famiglie di artisti, come i Cascella, i Bozzelli e i Bontempo.

Tra l'800 e il '900, Rapino fu un importante centro di produzione di ceramica popolare, il primo della regione per qualità e pregio artistico, seppur la produzione fosse quantitativamente modesta da lasciare ai posteri poche preziose testimonianze.

Ma i risultati migliori si ebbero negli anni '60 e '70 grazie all'operato di Fabio Cappelletti, di cui sono presenti piatti decorati a fiori policromi.

Alla produzione tipica di vasellame dell'800 si accostarono negli anni '20 e '30 nuove produzioni destinate al ceto borghese e principalmente rivolte ad uso domestico decorativo.

Recentemente è stata attivata la Scuola della Ceramica, nella quale è possibile frequentare corsi di decorazione e torniante, per appassionati e anche per turisti.

le verginelle

Le verginelle

Il giorno della festa della Madonna del Carpineto, nel mese di Maggio, le bambine del paese di Rapino, accompagnate dalle sorelle o giovani parenti, distribuiscono per le case in donazione piccoli pani preparati a mano secondo la tradizione.

Le offerte ricevute vengono devolute alla chiesa.

Segue la processione delle verginelle, che partono dalla chiesa parrocchiale e tra lodi e canti mariani raggiungono il santuario campestre per venerare la statua posta dietro l'altare.

Una copia della medesima, raffigurante la Madonna coronata che cinge il figlio tra le braccia, è portata in processione.

L'evento è percepito come il passaggio dall'infanzia alla adolescenza delle verginelle, adornate di ori a significare purezza e vestite di colori candidi come le stesse vesti della Madonna del Carpineto.